Le “Giostre” del Toppo
Quel dinanzi: "Or accorri, accorri, morte!".
E l’altro, cui pareva tardar troppo,
gridava: "Lano, sì non furo accorte 120
le gambe tue a le giostre dal Toppo!".
E poi che forse li fallia la lena,
di sé e d’un cespuglio fece un groppo.
(Inferno, canto XIII,vv.118-123)
Nel giugno del 1288, un contingente formato da fiorentini e senesi si dirige verso Arezzo per assediarla. La mole dell’esercito era imponente. Il cronista Giovanni Villani parla di 2.600 cavalieri e 12.000 fanti organizzati da Firenze, ai quali si aggiungono 400 cavalieri e 3000 pedoni senesi.
Dalla loro parte, gli Aretini avevano il supporto dei ghibellini toscani e delle Marche, capitanati da Buonconte da Montefeltro.
Arezzo venne stretta d’assedio per tre settimane. Il 23 giugno, il campo degli assedianti fu sorpreso da un fortissimo vento. Questo evento, unito alla strenua resistenza degli aretini, convinse senesi e fiorentini a togliere l’assedio.
I senesi rifiutarono l’invito fiorentino a percorrere un tratto di strada insieme, fino a Montevarchi, per poi dividersi e prendere la strada delle rispettive città. Scelsero invece di passare per Pieve al Toppo. Capirono due giorni più tardi di aver commesso un errore. Nella notte tra il 25 e il 26 giugno, un esercito di 2000 fanti e 300 cavalieri, al seguito di Buonconte da Montefeltro e Guglielmo dei Pazzi, si lanciarono alla caccia dei senesi. Sfruttando la boscaglia che circondava Pieve al Toppo, gli aretini tesero un imboscata ai senesi in ritirata. Durante l’assalto fu ucciso anche il capitano senese, Ranuccio Farnese.
Fonte testo: Ricerca della Rete Documentaria Aretina
Fonte foto: Scuolissima.com