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Il 6 Febbraio 1654 muore Francesco Mochi
Il 6 Febbraio 1654 muore Francesco Mochi
Francesco Mochi (Montevarchi, 29 luglio 1580 – Roma, 6 febbraio 1654) è stato uno scultore italiano nato a Montevarchi.
Si formò a Firenze e ad Arezzo dove ebbe l'occasione di approfondire gli studi della scultura rinascimentale dei più grandi, tra cui Donatello, Michelangelo e Giambologna. Come artista si formò secondo i dettami del Manierismo, e fu poi uno degli iniziatori del Barocco.
La sua prima formazione artistica avvenne presso la bottega del pittore manierista Santi di Tito e poi con Camillo Mariani. Inoltre durante la sua vita si trovò spesso in contatto con Lorenzo Bernini, trovandovisi spesso in disaccordo.
Lo stile di Mochi subì un'evoluzione che sicuramente fu influenzata dai suoi numerosi spostamenti geografici.
Uno dei suoi primi capolavori è il gruppo dell'Annunciazione, eseguito tra il 1603 e il 1608 per il Duomo di Orvieto, con l'Angelo ancora librato nel volo, avviluppato nell'intreccio scomposto della veste, nel battito delle ali che sottolineano la tensione vibrante del corpo culminante nel braccio teso; per contrasto la figura raccolta della Vergine, avvitata intorno alla grande piega della veste che cade a piombo, è saldamente ancorata al suolo dal cadere pesante del panneggio.
Nel 1612 Mochi si spostò a Piacenza, dove rimase sino al 1629, anno in cui farà ritorno nella Capitale. Lo scultore eseguì i monumenti equestri di Ranuccio e Alessandro Farnese per la maggiore piazza piacentina, e se nel primo il ricordo classico del Marco Aurelio frena l'invenzione dello scultore, nel secondo, compiuto dopo anni di prove e di esperienze, il Mochi riesce a sciogliersi da remore culturali e ad affiancarsi a quanto il giovane Gian Lorenzo Bernini stava compiendo in quegli stessi anni nella città papale: si può notare, ad esempio, l'incedere impetuoso del cavallo cui si accompagna la tensione del cavaliere avvolto nel turbine del mantello.
Mochi tornò a Roma nel 1629, dove portò a compimento un altro suo capolavoro giovanile: la raccolta figura di Santa Marta per la Cappella Barberini nella Basilica di Sant'Andrea della Valle.
Nel 1633 lo scultore fu insignito della carica di principe dell'Accademia di San Luca.
Successivamente, nel 1640, lo scultore porta a termine la statua di Santa Veronica, considerata dallo scultore stesso il capolavoro della sua vecchiaia. Quest'opera, che suscitò il disprezzo del Bernini, fu invece accolta con favore sia dal papa Urbano VIII che da un gruppo di artisti e poeti che ne tessero le lodi in una serie di poesie.
Infine importanti sono anche le tre opere marmoree realizzate dal Mochi per adornare il Palazzo Farnese di Latera.
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Fonte Testo : Wikipedia
Fonte foto: Orvieto.valconi.it
Lo stile di Mochi subì un'evoluzione che sicuramente fu influenzata dai suoi numerosi spostamenti geografici.
Uno dei suoi primi capolavori è il gruppo dell'Annunciazione, eseguito tra il 1603 e il 1608 per il Duomo di Orvieto, con l'Angelo ancora librato nel volo, avviluppato nell'intreccio scomposto della veste, nel battito delle ali che sottolineano la tensione vibrante del corpo culminante nel braccio teso; per contrasto la figura raccolta della Vergine, avvitata intorno alla grande piega della veste che cade a piombo, è saldamente ancorata al suolo dal cadere pesante del panneggio.
Nel 1612 Mochi si spostò a Piacenza, dove rimase sino al 1629, anno in cui farà ritorno nella Capitale. Lo scultore eseguì i monumenti equestri di Ranuccio e Alessandro Farnese per la maggiore piazza piacentina, e se nel primo il ricordo classico del Marco Aurelio frena l'invenzione dello scultore, nel secondo, compiuto dopo anni di prove e di esperienze, il Mochi riesce a sciogliersi da remore culturali e ad affiancarsi a quanto il giovane Gian Lorenzo Bernini stava compiendo in quegli stessi anni nella città papale: si può notare, ad esempio, l'incedere impetuoso del cavallo cui si accompagna la tensione del cavaliere avvolto nel turbine del mantello.
Mochi tornò a Roma nel 1629, dove portò a compimento un altro suo capolavoro giovanile: la raccolta figura di Santa Marta per la Cappella Barberini nella Basilica di Sant'Andrea della Valle.
Nel 1633 lo scultore fu insignito della carica di principe dell'Accademia di San Luca.
Successivamente, nel 1640, lo scultore porta a termine la statua di Santa Veronica, considerata dallo scultore stesso il capolavoro della sua vecchiaia. Quest'opera, che suscitò il disprezzo del Bernini, fu invece accolta con favore sia dal papa Urbano VIII che da un gruppo di artisti e poeti che ne tessero le lodi in una serie di poesie.
Infine importanti sono anche le tre opere marmoree realizzate dal Mochi per adornare il Palazzo Farnese di Latera.
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Fonte Testo : Wikipedia
Fonte foto: Orvieto.valconi.it